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May 18, 2016
Marco Cabboi
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Economia digitale: il punto della situazione e gli ultimi sviluppi

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L’economia digitale, in Italia, fa fatica a decollare. La colpa è da attribuirsi a vari fattori, non ultimo agli scarsi investimenti in startup innovative e capaci di integrarsi in modo naturale all’interno di un contesto digital, innovativo e tecnologizzato

Ultimamente si è spesso sentito parlare di Agenda Digitale, una delle iniziative inserite nella Strategia Europa 2020 per il rilancio dell’economia UE nel prossimo decennio. L’obiettivo dell’Agenda Digitale è quello di “sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività”.  

Esiste infatti un divario tra la velocità con cui sta crescendo l’economia digitale e le misure reali che si stanno prendendo per adeguarsi al cambiamento. Secondo questa pubblicazione apparsa sul Sito Ufficiale dell’Unione Europea, l’idea di un mercato unico digitale, che sarebbe in grado di apportare 415 miliardi di euro all’anno alla nostra economia e creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, sarebbe ostacolato da alcuni fattori:

  • solo il 15% della popolazione effettua acquisti online da un altro paese dell’UE

  • le società Internet e le startup non possono sfruttare appieno le opportunità offerte online

  • solo il 7% delle piccole imprese vende beni o servizi all'estero

  • le imprese e i governi non utilizzano gli strumenti digitali nella misura in cui potrebbero

 

L'economia digitale in Italia

Con l’espressione economia digitale si intende il modello economico che si è sviluppato con l’avvento di Internet e che si basa sulle nuove tecnologie, le cui regole e meccanismi sono diversi da quelli dell’economia tradizionale.

In Italia, la digital economy si è sviluppata in misura sensibilmente inferiore rispetto al resto d’Europa: a confermarlo è un rapporto pubblicato dall UE, l’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società. Una delle carenze più significative è quella relativa alla banda larga (broadband), irrinunciabile punto di partenza per lo sviluppo di un’economia digitale: la velocità di connessione, infatti, è imprescindibile per consentire la fornitura di pacchetti di servizi digital. Si registra un miglioramento rispetto all’anno precedente (nel 2014 la broadband era usata dal 36% delle famiglie, nel 2015 dal 44%), ma i dati degli abbonamenti alla banda larga veloce rimangono ancora bassi rispetto alla media europea.

Un altro dato importante riguarda le competenze digitali della popolazione e delle forze lavoro. Purtroppo, gli italiani non sembrano avere molta dimestichezza con la tecnologia: il 37% dei cittadini, un terzo della popolazione, non usa internet regolarmente, e il rimanente 63% compie poche attività complesse online. La mancanza di digital skills è alla base della scarsa presenza di servizi economici digitali privati nella vita degli italiani e, ovviamente, ha ripercussioni negative in ambito lavorativo.

In generale, l’Italia si conferma in fondo alla classifica (venticinquesima sui ventotto paesi Ue, con un punteggio dello 0,4). Gli unici spiragli di luce sembrano provenire dallo sviluppo dell’e-commerce nel fatturato delle PMI, che rappresenta l'8% del totale, e dai servizi pubblici digitali, il cui dato si avvicina a quello della media europea.

Il report della Commissione Europea sottolinea anche che l'industria italiana potrebbe trarre numerosi vantaggi da un uso più diffuso delle soluzioni e-business, come indicato anche da questo articolo: secondo uno studio di Accenture, “Digital Disruption: the Growth Multiplier”, l’economia digitale può generare 2 trilioni di dollari in più fino al 2020, sfruttando al meglio l’utilizzo delle competenze digitali e delle tecnologie. In questo contesto, l’Italia si qualifica come uno dei Paesi con il maggiore potenziale di crescita nel digital (4,2%, pari a circa 81 miliardi di dollari), insieme a Brasile (6,6%), Cina (3,7%) e Giappone (3,3%). Per ottimizzare la sua performance digitale, l’Italia dovrebbe impegnarsi ad applicare le tecnologie e a sviluppare gli “acceleratori” o fattori abilitanti (come infrastrutture, contesto regolatorio, pubblica amministrazione, mercati).

economia digitale

Il ruolo delle startup

Se ci fossero queste condizioni, le startup, cuore pulsante dell’economia digitale, troverebbero un terreno molto più fertile su cui crescere. Alcuni esempi del passato hanno dimostrato che le startup italiane possono avere successo: Yoox, leader a livello mondiale nell’e-commerce dei grandi marchi di abbigliamento, Buongiorno, azienda dal prestigio internazionale specializzata in contenuti e servizi mobile e Volagratis, uno dei principali operatori europei nel settore dei viaggi online. Tra le startup più recenti, invece, si possono citare Iubenda, che offre un servizio in grado di aiutare gli utenti a creare, in poche mosse, una privacy policy grazie al supporto di un team legale e di sviluppo, e AppsBuilder, una piattaforma che consente agli aspiranti sviluppatori di creare app anche senza avere esperienze di coding.

Ma, in generale, in Italia la vita di una startup non è semplice. Mancano normative adeguate - ad esempio, lo stanziamento di agevolazioni fiscali per chi apre una startup - presenti invece in altri Paesi europei e mondiali, che faciliterebbero lo sviluppo delle nuove realtà in quanto incoraggerebbero gli investimenti.

Eppure, la creatività, l’entusiasmo e le idee non mancano. Prova ne è Digithon, un convegno che si terrà in varie location della Puglia dal 23 al 26 giugno. Nel corso dell’evento, a cui parteciperanno realtà imprenditoriali di prestigio, si terranno confronti e dibattiti sul digitale. Inoltre saranno sottoposti all’attenzione di investitori nazionali e internazionali i progetti di 100 start up, selezionati nel corso di questi mesi.



Innovazione e digital: sono questi i due fattori per incentivare la crescita dell’economia e dell’imprenditoria italiana. Noi di WAM, con il digitale, ci siamo nati: per questo conosciamo così bene il linguaggio del cambiamento. Per saperne di più, contattaci.

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